Qual è la prima immagine che evoca la parola “famiglia”?
L’idea più conservatrice, tipica del nostro paese, è quella di un nucleo stabile in cui i ruoli sono chiari e ben definiti: l’uomo si occupa del mantenimento del nucleo familiare, mentre la donna cura la casa e alleva i figli.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un rilevante cambiamento di questa idea: potremmo parlare, più che di “famiglia”, di quanti tipi di “famiglie” esistono, nel senso di quante possibilità diverse sono racchiuse in una sola parola.
Accanto al modello tradizionale della famiglia fondata sul matrimonio, vi sono attualmente numerose altre realtà: genitori e figli adottivi o nati da fecondazione artificiale; genitori separati/divorziati; coppie conviventi, con o senza figli; coppie omosessuali e così via.
Nella società di oggi i ruoli nella coppia sono più flessibili, interscambiabili, e l’attenzione al benessere individuale ha un valore sempre più alto. Siamo passati da una forma autoritaria ad una più libertaria di famiglia, in cui si valorizzano gli interessi del singolo e i sentimenti di appartenenza a relazioni affettive e protettive. Inoltre, i figli nati in questo contesto socioculturale, le cosiddette “generazioni 2.0” e “Z”, hanno competenze e conoscenze che spesso superano quelle dei genitori e degli altri adulti di riferimento, per cui spesso si crea una distanza di linguaggi che influenza la comunicazione non sempre in senso positivo.
Ogni famiglia, nella sua specificità, è comunque posta di fronte a sfide e a compiti evolutivi che sono molto simili a quelli delle famiglie tradizionali: la costruzione di un senso d’identità individuale, la creazione del “Noi” nella coppia, il passaggio da coppia a famiglia, l’allevamento dei figli, la crescita degli stessi fino alla fase definita “nido vuoto”, l’accudimento dei genitori anziani, etc. In ognuna di queste fasi c’è un’oscillazione costante tra i bisogni di sicurezza e il desiderio, tra appartenenza e autonomia, tra intimità e socialità, tra produttività e creatività (E. Erickson).
Il percorso evolutivo che la famiglia compie nel corso degli anni, attraverso il passaggio da una fase all’altra, è considerato come un processo di continua ristrutturazione dei rapporti tra i membri che la compongono (Malagoli Togliatti e Telfener). Le fasi sono scandite da eventi naturali (nascite, conflitti, lutti) che necessariamente portano a dei cambiamenti nell’organizzazione del sistema familiare. Ad ogni tappa la famiglia deve affrontare una situazione di crisi in quanto, in seguito al cambiamento, le vecchie modalità di funzionamento non risultano essere più idonee e si deve raggiungere una nuova organizzazione familiare.
Non sempre il superamento delle varie fasi di crescita avviene in modo semplice e lineare, talvolta c’è un “blocco” che inibisce il regolare ciclo di vita della famiglia che porta con sé un malessere il quale talvolta si manifesta sotto forma di sintomi (depressione, malattie psicosomatiche, etc).
In questi momenti le persone si pongono numerosi interrogativi. Proponiamo alcuni esempi:
“Mi sento sola, mio marito non mi capisce!” (moglie in crisi)
“Ma se lascio mia moglie, i miei figli non mi vorranno più vedere?” (marito in crisi)
“Sta sempre con la figlia… io arrivo sempre seconda” (compagna di un uomo separato)
“Lei non è mia madre! Non può sgridarmi!” (ragazza in una famiglia ricostituita)
“Non credo che mio padre mi accetterebbe per come sono” (ragazzo omosessuale)
“Mio figlio ha preso dei soldi di nascosto… li avrà spesi per le canne?” (madre preoccupata)
“Come sarebbe bello mostrarci per quello che siamo” (coppia omosessuale)
“Mio figlio mi odia e io non so come controllarlo!” (madre preoccupata)
La terapia familiare ha come scopo quello di ridare senso ai momenti critici e favorire un sano e armonico sviluppo della famiglia in ognuna delle sue forme.
L’utilità del modello del ciclo di vita consiste non tanto nell’identificare la fase in cui si trova la famiglia nel qui ed ora, quanto nel poter osservare come viene affrontato il cambiamento e la riorganizzazione da una fase ad un’altra, focalizzando l’attenzione sulle relazioni tra i vari individui che compongono il sistema stesso.