“C’è una ragione per ogni cosa. Anche alla morte c’è una ragione. E anche all’amore perduto. Se la morte ce lo porta via rimane sempre un amore. Assume una forma diversa, nient’altro. Non puoi vedere la persona sorridere, non le porti da mangiare, non le arruffi i capelli… Ma quando questi sensi s’indeboliscono, un altro si rafforza. La memoria. Essa diviene tua compagna. Tu la alimenti, tu la serbi, ci danzi assieme.
La vita deve avere un termine, l’amore no”

Mitch Albom, Le cinque persone che incontri in cielo

La morte è una parola che di solito spaventa, tanto da essere a volte esclusa del nostro vocabolario poiché appare come un argomento tabù. Dimentichiamo che è un processo naturale della vita e che come tale, dobbiamo imparare a gestirlo. Non è un tema facile – non c’è dubbio – ma, con un aiuto mirato il lutto può essere elaborato efficacemente.

Il lutto si definisce come un sentimento d’intenso dolore provocato dall’interruzione di un legame importante, di solito una persona cara, ma anche per la perdita di una situazione (abbandono della persona amata) o anche nel caso della perdita fisica di una parte di sé (come l’amputazione di un arto del corpo). Questo provoca un periodo contraddistinto da sentimenti di tristezza, pianto, insonnia, rabbia, e dell’idea che il dolore non arriverà mai ad una fine, che la vita non abbia più senso dopo la perdita subita, sia essa una persona o una situazione.

Di solito il lutto è un processo naturale come risposta alla perdita patita e con il tempo questi sentimenti di tristezza tendono a scomparire. Il lutto è suddivisibile in una serie di fasi (Elisabeth Kübler Ross), in cui diversi sono i sentimenti esperiti, fino a giungere all’accettazione della perdita. Sinteticamente le fasi possono essere riassunte in:
Negazione: la persona non crede che l’abbandono sia reale, vi è quindi una negazione dell’accadimento, un senso di irrealtà nei confronti dello stesso;
Rabbia: il sentimento prevalente una volta aumentata la consapevolezza dell’accadimento è un pervasivo sentimento di rabbia, spesso caratterizzato dalla consapevolezza della propria impotenza;
Negoziazione: esaurita la rabbia, la persona cerca di dare una spiegazione all’accaduto, ossia di comprendere i motivi che possono aver portato alla perdita;
Depressione: la persona ha maturato la consapevolezza che la perdita è un qualcosa di irreversibile e proprio tale consapevolezza conduce ad uno stato di diffuso sconforto e tristezza, momento indispensabile e propedeutico all’ultima fase:
Accettazione: in questa fase la persona ha “assimilato” la perdita. L’evento luttuoso è stato contestualizzato e metabolizzato. Si parla in questi casi di “lutto elaborato”.

Accade tuttavia in alcuni casi che la persona non riesca a giungere ad una corretta metabolizzazione del lutto (in gergo definito come “lutto complicato”): in questi casi si incorre in una condizione patologica. Secondo i manuali di riferimento, la discriminante tra un “lutto complicato” e un “lutto non complicato”, sta primariamente nel lasso temporale necessario (tra i 6 e i 12 mesi) all’elaborazione del lutto; nel caso tale elaborazione o metabolizzazione non sia raggiunta, allora potrebbe essere utile l’intervento di uno psicologo (venendosi a creare una situazione di “lutto patologico”).

Cosa significa “lutto patologico”?

Tale termine identifica una condizione in cui il lutto è eccessivamente intenso oppure presenta una durata maggiore rispetto a quella invece considerata “fisiologica” (quindi superiore ai 12 mesi). È tuttavia importante ponderare il lutto subito, ossia contestualizzarlo e prendendo in esame una serie di variabili:
Causa del decesso: la morte traumatica (trauma dal greco “ferita”) è la perdita di una persona cara a causa di un evento improvviso o violento, come un omicidio, incidente o suicidio, e le reazioni al inizio sono di solito molto forti, oltre a non esservi l’occasione per dire le ultime parole alla persona scomparsa. In questo caso – comprensibilmente – il tempo necessario all’elaborazione sarà superiore e la presenza supportiva di un professionista può essere senz’altro utile nella gestione dell’impatto del trauma. Una situazione invece di morte annunciata è invece quella in cui una persona è passata per un periodo di sofferenza. Questo è ad esempio il caso di un lungo periodo di malattia, in cui parenti e amici hanno del tempo per raggiungere la consapevolezza di una imminente separazione.
Contesto socio-culturale: è noto che ogni cultura contestualizza il lutto in modo diverso. Non solo gli aspetti religiosi quindi (diverse religioni vedono la morte quale “momento” di passaggio verso una “vita ultraterrena”), ma anche i rituali e gli atteggiamenti da mantenere in occasione di un lutto e di un funerale rivestono un ruolo essenziale, soprattutto per ciò che concerne l’espressione delle emozioni.
Grado di parentela: la perdita di un genitore oppure di un figlio (sono numerosi gli studi e gli articoli che sostengono che un tale tipo di perdita produca il lutto più complicato da superare) sono le più dolorose, proprio per una questione di vicinanza affettiva.
Età della persona scomparsa: la morte di un bambino o una persona giovane è in generale una morte più difficile da accettare, poiché ritenuta per certi versi “contro natura”; al contrario la morte di una persona anziana è – seppur dolorosa – comunque più facilmente accettabile.

Il lutto non è un disturbo classificato dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV-TR), ma viene riportato all’interno della categoria “Ulteriori condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica” e in occasioni alcuni soggetti mostrano sintomi caratteristici di un Episodio Depressivo Maggiore.

In cosa consiste un supporto psicologico nei casi di “lutto complicato”?

Non esiste un programma standard o predefinito per imparare ad affrontare la perdita di una persona cara, tuttavia un approccio senz’altro utile è quello orientato all’espressione delle emozioni, siano esse positive o negative. Riuscire a liberarsi dei carichi emozionali elicitati dalla perdita di una persona cara è uno dei primi importanti passi verso una funzionale elaborazione del lutto.
Elemento fondamentale è tenere a mente che è necessario lasciar trascorrere del tempo, affinché si riesca a superare il dolore della perdita e assimilare la consapevolezza che la persona deceduta resterà comunque sempre nei propri ricordi. Obiettivo fondamentale di una adeguata elaborazione del lutto è quindi il riuscire ad interiorizzare la persona perduta, oltre ai ricordi ed ai sentimenti ad essa collegati.